Il lato pragmatico della comunicazione

02.01.2013 11:26

 

La mente si comporta come un computer che rielabora le informazioni, pertanto il pensiero va considerato come <<il nucleo centrale dei processi di trattamento delle informazioni>>. Esso articola i dati provenienti dalla memoria e dalla percezione; dati indispensabili al sussistere di fondamentali attività come il parlare e lo scrivere. Esistono varie forme di pensiero: il ragionamento, la formazione dei concetti, la fantasticheria…

 

Tuttavia non abbiamo sempre consapevolezza dell’attività di pensiero che si svolge in noi. Tale condizione trova riscontro, per esempio, nelle situazioni di problem solving in cui il soggetto ha l’impressione che la soluzione di un dato problema sia scaturita dal nulla.

 

Inizialmente ho fatto riferimento alla memoria e alla percezione definendoli come l’insieme di tutti quei dati che il pensiero articola e rielabora. Questi due processi psichici sono essenziali al linguaggio che, intimamente connesso al pensiero, va considerato come tratto tipicamente umano in quanto esso si delinea come <<Il fondamento comune delle molteplici lingue naturali>>. Avere flessibilità linguistica significa possedere un’importante qualità che, a livello pragmatico, può garantire successo. Infatti saper adattare il linguaggio alle circostanze in cui ci troviamo indica che possediamo capacità e abilità interlocutorie.

Quest’abilità trova concreto riscontro in politica, nelle trattative economico-finanziarie. Non solo, questa capacità, congiunta a una buona dialettica, è tipica dei venditori, degli avvocati…

Insomma, il linguaggio è la nostra lettera di presentazione al mondo intero; esso è connesso alla comunicazione e costituisce così un potente strumento di circolazione delle informazioni, di qualunque tipo esse siano. La comunicazione è qualcosa di più ampio rispetto al linguaggio: si può, infatti, comunicare anche in assenza del linguaggio vero e proprio, attraverso i gesti del corpo per esempio.

 

L’aspetto in comune tra i vari tipi di comunicazione è la trasmissione di messaggi. La società intera si basa su questo preciso processo; processo che, spesso e con precise intenzioni, viene manomesso, leso, alterato.

La nostra è una società basata sulla comunicazione di massa, sulla trasmissione di messaggi. L’obiettivo di coloro i quali si occupano di fare informazione è quello si “arrivare” alla mente del singolo.

 

A questo punto risulta semplice fare un confronto schematico tra i sofisti e i nostri politici.

 

 

 

SOFISTI

POLITICI

Periodo storico

V secolo a.C.

Società contemporanea

Giudizio della popolazione

Intellettuali che facevano professione di sapienza e che la insegnavano dietro compenso.

Non necessariamente intellettuali che fanno professione di falsa sapienza e che, per di più, vengono retribuiti per le loro, quasi sempre, inefficaci (e spesso ideate a loro esclusivo vantaggio) proposte politiche.

Capacità intellettuali

Pensiero, ottima dialettica, flessibilità linguistica.

Pensiero (?), ottima dialettica, flessibilità linguistica.

Obiettivi da raggiungere

Promuovere relativismo etico e culturale.

Proporre soluzioni utili al Paese.

Le basi del loro insegnamento

Retorica, potere persuasivo.

Retorica, potere persuasivo.

Scopo del loro insegnamento

<<Educare i giovani a diventare cittadini attivi>>.

Ingannare i giovani e spingerli a non pensare.

Caratteristiche del gruppo appartenente

<<La Sofistica fu un movimento disomogeneo. Ogni  sofista differiva dagli altri per interessi e posizioni personali>>.

La politica è un “movimento” omogeneo in cui ciascun politico finge di essere diverso da tutti gli altri pur di ottenere voti.

Capisaldi dell’insegnamento proposto

<<L’educazione era volta a diffondere i valori più convenienti alla vita civile dell'individuo>>.

L’educazione è volta a far capire che viviamo in un sistema corrotto.

Obiettivi raggiunti

Promuovere l’interesse dei singoli, pur facendosi pagare per i consigli proposti.

Promuovere il proprio interesse  e quello di amici e parenti facendosi pagare dai singoli cittadini. Suscitare il malcontento in seno al popolo.