Il decostruzionismo oggigiorno: noi e l'altro

11.01.2013 12:35

 

L'influenza del filosofo francese, in campo culturale, è stata enorme.

Cosa significa decostruire? Perchè non si tratta, come con la biopolitica, solo di filosofia ma di attualità? La decostruzione riguarda lo smontaggio di qualcosa; decostruire significa andare nella direzione degli eventi modificandoli, rigenerandoli. La decostruzione, per Derrida, è ciò che accade.

Ciò che accade decostruendosi. Se la decostruzione è ciò che accade è perchè tutto ciò che accade è attraversato da un movimento di alterazione. Ecco la parola chiave: alterazione. Alter. Altro. L'altro.

Che rapporto abbiamo oggi con l'altro? Con il diverso? Ecco la che decostruzione derridiana ritorna utile. Decostruire è un gesto filosofico che mira a sgombrare il terreno e a preparare lo spazio all'altro. La decostruzione come pratica è un'attesa senza orizzonte.

Quando ci si oppone all'avvenire, ci si oppone a eventi che si pensa portino alla morte, a eventi che mettono fine alla possibilità dell'evento stesso.

Questo è il motivo della nostra paura. Ma l'imperativo categorico è quello di fare tutto il possibile affinché l'altro venga. La chiusura non può che portare alla morte. Fare posto all'altro è un modo di dire "Sì" alla vita. Questa è l'unica modalità affinché ci sia ancora storia. Affinché ci sia l'Uomo.

La chiusura permette di essere invulnerabili è vero. Ma qual è il prezzo da pagare? Quello della morte interiore.

 

Forse questa riflessione potrebbe suscitare disapprovazione; soprattutto se consideriamo i fatti attuali: la questione degli immigrati in primis. Senza ombra di dubbio risulta difficile capire ma le cose stanno così.

Noi italiani dobbiamo capire che quella che si sta affacciando davanti a noi è l'Era della contaminazione. A tutti i livelli. Il nostro stivale non può che essere un'immensa apertura all'altro.

Tuttavia una domanda sorge naturale.Se questi sono i reali presupposti, la politica sarà in grado di analizzarli, comprenderli e fronteggiarli? Oppure, intimorita dalla presenza dell'Altro preferirà assecondare situazioni e richieste inaccettabili pur di evitare una guerra?

Il rischio è che, in alternativa, la voce degli italiani non saprà più rispondere, a una politica "vecchia" e incrostata da compromessi, con toni pacati.