Il corpo e la malattia

25.10.2012 14:09

Nietzsche sottolinea che “il grande dolore soltanto è l’estremo liberatore dello spirito, in quanto esso è il maestro del grande sospetto”. Possiamo fare a meno della malattia?

 

<<Una grande politica del vivente […] [dice Barbara Stiegler] deve restare china sulla sofferenza e sul dolore, sulla lesione non ancora cicatrizzata>>.

Oggigiorno non siamo forse abituati a difenderci dentro i nostri confini? Ad evitare il contatto con l’”altro” qualora questo ci minacci o ci spaventi? Questo “altro” può identificarsi anche con la malattia? Con la lesione? Con il dolore?

La riflessione di E.M. Cioran, in La caduta del tempo, è senza dubbio ricca e stimolante.

<<Quali che siano i suoi meriti, una persona sana delude sempre. […] Non possiede l’esperienza del terribile, che sola conferisce un certo spessore ai nostri discorsi, come non possiede l’immaginazione della sventura, senza la quale nessuno potrebbe comunicare con quegli esseri separati che sono i malati>>.

 

Perché la malattia è così importante?

Perché <<la massima potenza consiste nell’accettare l’impotenza del proprio esistere>>.

La malattia, prendendo in consegna la vita in quanto soggetto, apre uno squarcio sul quale risulta necessario riflettere. Possiamo scoprire il nostro corpo solo attraverso un vero e proprio gesto distruttivo: quello che la malattia porta con sé.

 

 

<<Il malato insegue il nulla della salute, l’ignoranza di essere: lo esaspera sapere a ogni istante che ha tutto l’universo di fronte, senza alcuna possibilità di farne parte, di perdervisi. Il suo ideale sarebbe quello di dimenticare tutto e, liberato dal peso del proprio passato, risvegliarsi un bel giorno nudo dinanzi all’avvenire>>.

La malattia può essere affrontata solo sfruttando il suo potenziale salvifico. L'esperienza che essa porta con sé non può far altro che aprire, di fronte a noi, uno spazio dominato da un sapere irrazionale, dionisiaco. Ed è proprio questo lo spazio che dobbiamo abitare se vogliamo imparare qualcosa dal dolore.